23 dicembre 2007

Il Grande Fratello, senza la Marcuzzi

L'FBI ha stanziato un miliardo di dollari (cifra che fa impallidire i 90 milioni di euro dello scandaloso portale Italia.it...) per realizzare il più grande database informatico al mondo contenente caratteristiche fisiche personali. Questa ciclopica banca dati consentirà alle forze di polizia di identificare gli individui, come mai prima, sul territorio degli Stati Uniti e all'estero. Inizialmente conterrà foto segnaletiche e impronte digitali, ma è già previsto di estendere la raccolta di dati biometrici alle iridi e - si ipotizza - al timbro di voce. Poi, si sa, l'appetito vien mangiando.

Un aspetto che lascia perplessi è che l'FBI, dietro richiesta dei datori di lavoro, conserverà anche le impronte digitali dei dipendenti sottoposti a un controllo su eventuali trascorsi giudiziari, cosicché le aziende possano essere avvertite di eventuali futuri problemi con la legge dei propri dipendenti (o aspiranti tali). Probabilmente la legislazione statunitense consente questo scambio di informazioni tra aziende e FBI (immagino più che altro per posizioni particolari all'interno di enti governativi o imprese che lavorano per l'amministrazione pubblica); resta comunque il sospetto su questa memorizzazione a tempo indeterminato e sugli usi "non ufficiali" che se ne potrà fare.

Ma l'aspetto più preoccupante è la conservazione di tutti i dati biometrici in un unico sistema. Per quanto i responsabili possano dare assicurazioni sulle misure di sicurezza adottate, prima o poi il sistema sarà inevitabilmente compromesso, vuoi per una falla nei sistemi, vuoi per una leggerezza di qualche operatore (siamo esseri umani). Il furto del numero della propria carta di credito è un evento spiacevole, ma vi si può porre rimedio; il furto della propria identità, convalidata dai dati biometrici, è un vero e proprio incubo, da cui si potrebbe anche non uscire.

La notizia è riportata sul sito del Washington Post e sta già suscitando feroci polemiche tra gli attivisti politici, coloro che si occupano di diritti civili e, naturalmente, gli esperti di informatica e sicurezza.

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